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Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna
ARCHIVIO MOSTRE: ANNO 2010
Il Sochi Project è stato portato per la prima volta in Italia, precisamente a Roma, a fine gennaio 2010 con un progetto, “Il Sochi Project a Roma”, ideato e curato da 3/3, con la collaborazione dello studio Kummer & Hermann di Utrecht, e prodotto da Mandeep Photography and Beyond.
Collaborando strettamente con le realtà di 3/3 e di Mandeep, Spazio Labo’ ha da subito deciso di sposare la causa di questo intelligente e importante progetto fotografico impegnandosi a promuoverlo e a farlo conoscere al suo pubblico. Da questa volontà nasce l’idea de “Il Sochi Project a Bologna”.
Spazio Labo’ ospiterà l’esposizione di 5 immagini tratte dal progetto “The Sochi Project”, stampate su manifesti 70×100. Le edizioni, in tiratura di 600 esemplari, saranno messe in vendita in modo da sostenere materialmente la continuazione del Sochi Project, giunto ad aprile 2010 al suo secondo anno di vita. L’esposizione dei poster presso Spazio Labo’ verrà affiancata da azioni urbane che diffonderanno per le strade della città immagini e slogan del Sochi Project nei giorni immediatamente precedenti al 21 settembre.
Il 21 settembre, a partire dalle ore 19.30, si svolgerà l’opening de il “Sochi Project a Bologna”, con la presenza direttamente da Amsterdam del fotografo Rob Hornstra che presenterà il progetto al pubblico. Hornstra sarà introdotto dal photo editor Maurizio Garofalo che, insieme a Laura De Marco e Roberto Alfano di Spazio Labo’ e Chiara Capodici e Fiorenza Pinna di 3/3, condurrà la discussione col pubblico presente in sala.
Durante l’inaugurazione a Spazio Labo’, Rob Hornstra presenterà anche “On the Other Side of the Mountains“, il giornale-mostra-fai-da-te realizzato ad hoc per Mutation III, la mostra collettiva dell’European Month of Photography (EMOP), frutto della collaborazione tra sette Festival di altrettante Capitali Europee.
L’evento e ciò che lo circonda è allo stesso tempo un’azione di supporto allo Slow Journalism e a tutte le forme di autoproduzione intelligente. In un momento storico in cui, specialmente in Italia, il pluralismo e l’obiettività della stampa e dell’informazione sono seriamente minacciate, il Sochi Project si fa portavoce di un giornalismo indipendente: approfondito, progettuale, d’inchiesta, slegato dalle dinamiche – drammaticamente attuali – del consumo superficiale delle informazioni.
Il Sochi Project è un progetto unico, un’analisi fotografica svolta in profondità e pertanto molto costosa. I giornali e i magazines, e non solo, faticano oggi a finanziare progetti di tali dimensioni. Ma questo non dovrebbe fermare gli scopi del giornalismo documentario e per questo, per far si che questo tipo di indagini non si esauriscano o vengano disincentivate, l’autoproduzione e l’autofinanziamento garantiti anche dalla promozione attraverso un network di partners internazionali diventano risorse fondamentali.
Dopo l’evento bolognese, Rob Hornstra si trasferirà a Roma in quanto il Sochi Project parteciperà alla IX edizione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma all’interno di Mutaions III. Il Festival, promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione e, a partire da quest’anno, con l’organizzazione di Zétema Progetto Cultura, si svolgerà dal 24 settembre al 24 ottobre 2010 all’interno del MACRO Testaccio.
Il progetto
Il fotografo Rob Hornstra e lo scrittore/filmaker Arnold van Bruggen hanno deciso di seguire, per i prossimi 5 anni, i cambiamenti in atto nell’area di Sochi, in Russia, dove nel 2014 si terranno i Giochi Olimpici Invernali.
Il Sochi Project è un mix dinamico di fotografia documentaria, film e reportage di un mondo fluido; un esempio di Slow Journalism condotto in maniera partecipata e rigorosa.
Mai prima d’ora le Olimpiadi si sono svolte in una regione tanto contrastante con il glamour dei Giochi. Sochi si trova infatti sulle coste del Mar Nero, dove i vecchi sanatori sovietici stanno fianco a fianco agli Hotel e i Club più costosi della Riviera Russa, e a soli 20 chilometri dalla zona di guerra di Abkhazia, vicino alle montagne del Caucaso che si allungano a Est nelle poverissime e sconosciute repubbliche post-sovietiche: la Cherkessia, l’Ossezia del Nord e la Cecenia. Da qui al 2014 l’area intorno a Sochi sarà luogo di cambiamenti che la renderanno irriconoscibile. Il processo di totale rinnovamento e trasformazione della zona è già in atto, gli appartamenti di rifugiati e i resort più poveri saranno in breve tempo trasformati in lussuosi alberghi e ristoranti. Migliaia di operai provenienti dalla Russia e da fuori vivono in prefabbricati e lavorano senza sosta in modo da garantire che gli hotel, gli stadi e tutte le nuove infrastrutture siano pronte in tempo. Gli elicotteri vanno avanti e indietro con i materiali e il gran fermento sembra voglia nascondere il più possibile la profonda crisi economica e sociale del territorio. Come la popolazione locale sta reagendo a questi cambiamenti? Quali le conseguenze nel medio e lungo periodo?
Rob Hornstra:
Rob Hornstra (1975) è un fotografo documentario. Finiti gli studi ha lavorato prevalentemente su progetti a lungo termine, in Olanda e in altre parti del mondo. Il suo lavoro è caratterizzato da una ruvidità stilizzata con un’ampia dose di intrinseco coinvolgimento. Ha pubblicato indipendentemente tre libri fotografici (101 Billionaires, Roots of the Rúntur, Communism & Cowgirls), che è riuscito a vendere molto velocemente. Ha ricevuto commissioni da testate internazionali e ha partecipato a numerose mostre nei Paesi Bassi e fuori. È fondatore e direttore artistico di FOTODOK – Space for Documentary Photography. La prima pubblicazione legata al Sochi Project, il libro dal titolo Sanatorium, gli è valsa il Best Photo Book Award al New York Photo Festival del 2010.
Arnold van Bruggen:
Arnold van Bruggen (1979) è scrittore e filmaker. Con la sua agenzia Prospektor ha scritto e girato numerose storie. Nel 2001 ha pubblicato il suo primo importante reportage sulle elezioni presidenziali in Iran. Nel 2004 il suo film sul dilemma degli aiuti umanitari “Amsterdam-Kosovo” è stato selezionato per il Tribeca Film Festival di New York. Negli ultimi anni Arnold ha girato per i più remoti angoli del mondo, in particolare l’est dell’Europa e l’ex Unione Sovietica. Crede che una storia ben raccontata possa connettere le persone con mondi che non conoscono; dalla chiesa Mennonite di Amsterdam alla rivolta dei prigionieri di guerra georgiani sull’isola di Texel, alla vita quotidiana della piccolissima e sconosciuta Abkhazia. I suoi articoli riflettono il suo coinvolgimento e amore per le storie che racconta.
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