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Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna
La fotografia documentaria e i suoi aspetti teorici, progettuali e professionali: frequentare la quarta edizione del Master in Fotografia Documentaria di Spazio Labo’ significa avere la possibilità di studiare con uno dei più apprezzati interpreti internazionali del settore per sviluppare e mettere in pratica un metodo di lavoro e un linguaggio narrativo che siano personali e riconoscibili.
Il master è rivolto a chi già possiede competenze tecniche fotografiche adeguate per affrontare un percorso di studi in cui si approfondiranno diversi temi specifici della fotografia documentaria per la realizzazione di un progetto personale a lungo termine: lo sviluppo di un’idea iniziale attraverso un processo di ricerca multidisciplinare; la relazione progettuale tra contenuti, linguaggio visivo e output del progetto; il finanziamento del progetto e la produzione indipendente; le fasi di editing finalizzate all’output e ai possibili sbocchi professionali.
Nel corso dei sei mesi di studio, i partecipanti saranno impegnati a elaborare e realizzare un progetto personale con l’obiettivo di individuare il reale valore della produzione di storie fotografiche a lungo termine, elaborando linguaggi stilistici e narrativi coerenti con il proprio progetto.
Gli studenti potranno inoltre approfondire l’utilizzo dello strumento del multimedia a livello teorico e progettuale, valutando la possibilità di realizzare contenuti che possano favorire la contaminazione della fotografia documentaria con altri linguaggi.
A livello teorico, saranno approfondite le tappe fondamentali della storia della fotografia documentaria in relazione ai diversi contesti storico-culturali, al fine di acquisire un approccio progettuale consapevole rispetto a un determinato periodo storico e sociale.
A ognuno degli studenti verrà chiesto di presentare fino a tre proposte di progetto (pitch): il primo weekend sarà dedicato alla presentazione dei portfolio degli studenti e darà la possibilità a ciascuno di capire che tipo di progetto si vuole provare a sviluppare durante il master; insieme si analizzeranno contenuti, fattibilità e solidità delle proposte e si individuerà quella più adatta a essere realizzata nelle tempistiche del master.
A ogni successivo incontro, gli studenti presenteranno il work in progress del loro progetto che verrà discusso ed editato con il contributo attivo del resto della classe. Oltre agli incontri a Spazio Labo’, sono previste due sessioni aggiuntive in remoto che serviranno a fare il punto sul lavoro fatto fino a quel momento e a risolvere i dubbi che si possono presentare nel percorso creativo di ciascuno studente.
Al momento dell’iscrizione, verrà richiesto di inviare un portfolio di immagini – tra 20 e 30 – di un progetto precedentemente concluso o in corso.
Durante lo svolgimento master sono previsti due colloqui individuali di 30 minuti in video conferenza.
Il master sarà infine arricchito da due incontri con ospiti esterni che permetteranno di esplorare il panorama della fotografia documentaria in due ambiti specifici: la curatela e l’editoria. Eimear Martin, curatrice di arte contemporanea a livello internazionale, aiuterà gli studenti a capire come strutturare al meglio un progetto per presentarlo a curatori di gallerie e musei; Manila Camarini, photo editor di “D” La Repubblica e “D” LUI, presenterà il mondo dell’editoria e spiegherà secondo quali criteri vengono scelte le storie pubblicate nella sua rivista.
Giulio Di Sturco (Roccasecca – FR, 1979), fotografo pluripremiato a livello internazionale, vive e lavora tra Londra e Parigi. Ha studiato presso l’Istituto Europeo di Design di Roma prima di trasferirsi in Canada e poi in India, dove ha trascorso cinque anni a perfezionare il proprio vocabolario visivo.
Di Sturco ha cominciato la sua carriera come fotogiornalista prima di dedicarsi a progetti di ricerca a lungo termine che si concentrano principalmente sulla società del futuro, alla luce dei cambiamenti ambientali e dell’evoluzione tecnologica in atto. Sperimentando con la narrazione visiva e con nuovi e vecchi media, la sua pratica artistica espande le possibilità della fotografia documentaria, evocando una poetica del futuro in cui i confini tra realtà e finzione si confondono.
Tra i suoi riconoscimenti ricordiamo tre premi World Press Photo (2009, 2015 e 2018), i Sony Photography Awards (2009), i British Journal of Photography International Awards (2010) e due Getty Grant. Nel 2019 il suo progetto Aerotropolis è stato tra i finalisti dell’Aesthetica Prize ed è stato nominato per il prestigioso Prix Pictet.
Collabora regolarmente con numerose testate internazionali tra cui The Financial Times, Vanity Fair, National Geographic, Wired e The New York Times. Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive e presentato in festival di tutto il mondo, tra cui York Art Gallery (2019), Photaumnales Festival (2019), Photo London (2019), Getxophoto Festival (2018) e Cortona On The Move Festival (2012).
Giulio Di Sturco ha recentemente pubblicato la sua prima monografia, Ganga Ma (GOST Books, 2019), che include testi dell’ambientalista indiana Vandana Shiva e della curatrice Eimear Martin.
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