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Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna
ARCHIVIO MOSTRE: ANNO 2012
A journey in the Northern Caucasus
A cura di Roberto Alfano e Laura De Marco
30 novembre – 22 dicembre 2012
Inaugurazione
venerdì 30 novembre ore 18:00
In occasione dell’inaugurazione l’autore presenterà il libro tratto dal progetto “Red Thistle”, vincitore dell’European Publishers Award for Photography 2011, pubblicato da cinque diverse case editrici europee (in Italia con il titolo “Cardo Rosso”, per Peliti Editore).
Mostra visitabile sino a sabato 22 dicembre negli orari di apertura della galleria, da martedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30, sabato dalle 16 alle 19.30.
Ingresso libero.
“L’espressione cardo rosso è una citazione tratta da un romanzo scritto da Lev Tolstoj alla fine dell’Ottocento, in cui l’autore racconta la prima campagna russa nel Caucaso all’epoca dell’Imam Shamil (siamo nel 1851-52). Tolstoj usava il cardo rosso – un fiore bello ma pungente e fortemente radicato nella sua terra – come metafora dell’atteggiamento del guerrigliero àvaro Hadji Murad, ostile all’annessione della Cecenia alla Russia e sostenitore dell’indipendentismo caucasico. Il cardo rosso simboleggiava così metaforicamente tutto il popolo ceceno e il suo desiderio d’indipendentismo, cui si contrapponeva la pervicacia dell’Armata russa nel cercare di strappare questa malerba e di soffocare questa come tutte le altre brame indipendentiste che mettessero in dubbio l’integrità della nazione russa. E’ dunque un titolo che mi sembrava mettesse bene in luce le peculiarità di questi territori”. Davide Monteleone su ZONA.
Dal 2008 al 2011 Davide Monteleone, insieme alla giornalista Lucia Sgueglia, viaggia nelle regioni del nord Caucaso (tra Cecenia, Nord e Sud Ossezia, Georgia, Abkhazia, Daghestan, Ingushetia ecc.) per realizzare le fotografie che compongono “Red Thistle”. La mostra, per la prima volta in Italia, presenta al pubblico l’esito delle peregrinazioni del fotografo in queste regioni dimenticate, o comunque poco conosciute e per lo più fraintese, e lo fa con la delicatezza e l’intimità tipica del suo sguardo. Diverse le motivazioni che hanno spinto l’autore, insieme alla sua compagna di viaggio, a cimentarsi in questa esperienza di sguardi e di vite, come lo stesso Monteleone spiega nella presentazione del progetto:
“Perché tanta ostinazione dai tempi di Caterina II di Russia al presente? Per tre secoli l’autocrazia “bianca” prima e quella “rossa” poi hanno portato avanti la loro battaglia nel territorio del “Nord Caucaso”. La Russia odierna ha intrapreso due guerre in Cecenia che hanno segnato l’inizio del terrorismo. Dal diciottesimo secolo ad oggi, si è parlato dei conflitti in Caucaso come di “un esempio per l’intera nazione”. Il martirio caucasico è un deterrente, un esempio di ciò che la popolazione è stata costretta a pagare per essersi opposta agli ordini provenienti dall’alto. Oggi il Nord Caucaso è un concentrato di stereotipi nell’immaginazione occidentale. Mancanza di diritti umani, donne kamikaze, bombaroli suicidi, leader sanguinari, movimenti separatisti, fondamentalismo islamico, conflitti etnici e l’orgoglio permanente dei montanari del Caucaso, come descritto da Ermolov, Pushkin, Tolstoy, Lermontov. Il Nord Caucaso e tutto questo e molto di più. Gli abitanti del Nord Caucaso sono cittadini russi, nonostante la diversità di etnia, religione e costumi. Eppure questo territorio appena sotto la Russia, è considerato dalla maggior parte dei cittadini della Federazione Russa una terra straniera e pericolosa, perduta, e lontana mille miglia”. L’obiettivo di Monteleone, pur partendo da un interesse geopolitico verso queste regioni, consiste nel costruire una nuova interpretazione di questa cultura fatta di persone, attraverso i dettagli della loro vita quotidiana, straordinaria e del tutto sconosciuta, documentando le conseguenze di due secoli di dispute crudeli e combattimenti. Parlando di volti, nomi, voci, religioni, incontri casuali, gioia e tremendo dolore di una popolazione faticosamente alla ricerca della propria strada verso una naturale normalità, non una “normalizzazione” artificiale imposta dal Kremlino. Il Nord Caucaso, e dunque questo progetto, è fatto di montagne e miracoli, posti di blocco, corpi morti in vendita, spose, villaggi distrutti, abbracci, e conversazioni senza fine. La regione, a dispetto del suo scenario mozzafiato, è estremamente claustrofobica, e spesso forza l’occhio a soffermarsi sul dettaglio piuttosto che sull’insieme. L’autore ha deciso dunque di soffermarsi a indagare la vita quotidiana delle persone, ancora divise tra la rivendicazione di indipendenza e l’orgoglio legato alla propria diversità, la subordinazione economica, l’affiliazione storico-politica e mentale, condannati in eterno alla loro posizione geografica e all’elaborazione di una nuova identità post-sovietica.
Davide Monteleone (nato nel 1974 a Potenza) si è occupato di cronaca, di conflitti internazionali e di aspetti sociali, ma è soprattutto apprezzato per i suoi progetti a lungo termine. Tra questi il libro “Dusha – Anima Russa”, pubblicato da Postcart nel 2007 e vincitore di numerosi premi e il libro “La linea inesistente”, pubblicato da Contrasto nel 2009 in collaborazione con la Fondazione Italiani Europei. Ha lavorato per numerose testate internazionali in qualità di corrispondente da Mosca, dove ha vissuto tra il 2001 e il 2003. Dal 2003, vive tra l’Italia e la Russia. Premiato tre volte con il World Press Photo Award, Monteleone ha ricevuto anche l’Emerging Photographer Grant della Magnum, il Freelens Award e l’Aftermath Project Grant. Red Thistle è stato proclamato vincitore dello European Publishers Award for Photography 2011 ed è stato quindi pubblicato da cinque diverse case editrici. Negli ultimi anni affianca l’attività editoriale a quella espositiva e a quella didattica. Nel 2011 Monteleone ha condotto per Spazio Labo’ un workshop di una settimana a New York City nell’ambito della seconda edizione del progetto “Photography Workshop in New York” e lo stesso anno è entrato a far parte dell’agenzia newyorchse VII.
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