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Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna
The Restoration Will è il titolo della mostra di Mayumi Suzuki che Spazio Labo’ ha deciso di produrre, curare e ospitare nella sua galleria di Strada Maggiore dal 9 marzo al 3 maggio 2018, ma è anche, e soprattutto, il titolo del primo libro della fotografa giapponese, pubblicato a fine 2017 da ceiba editions con il supporto di Photolux Festival e di Grafiche dell’Artiere.
Il lavoro di Mayumi inizia nel 2011, in seguito ad un episodio che ha investito tragicamente la sua vita e quella di moltissimi connazionali: lo tsunami, il più potente mai misurato nel paese, che si è generato in seguito al terremoto avvenuto al largo della costa della regione di Tōhoku, nel Giappone settentrionale, l’11 marzo 2011.
La città natale di Mayumi, Onagawa, è stata distrutta e così anche la casa dei suoi genitori, che era allo stesso tempo la sede dello studio fotografico dei genitori, un luogo quasi magico in cui Mayumi è cresciuta e grazie a cui ha deciso in età adulta di intraprendere studi di fotografia a Tokyo e diventare lì una fotografa. Entrambi i genitori di Mayumi sono risultati tra le migliaia di dispersi della piccola città di pescatori e di loro non si è più avuta traccia. Qualche settimana dopo il disastro, Mayumi torna a Onagawa e al posto della casa-studio in cui è cresciuta trova solo macerie. Solo la camera oscura dello studio è ancora in qualche modo fruibile, e camminando tra i resti della stanza Mayumi trova la macchina fotografia del padre, alcuni suoi obiettivi, un suo portfolio e un album di famiglia, il tutto ricoperto da fango, sabbia e acqua marina.
Da quel momento, la fotografa decide di iniziare un progetto artistico come tributo alla perdita della famiglia, e a tutti gli abitanti della città colpita, e per dare un’opportunità ai defunti di parlare un’ultima volta.
Dal 9 marzo, data scelta per ricordare il settimo anniversario dello tsunami, sarà possibile vedere a Spazio Labo’, per la prima volta in Europa e in una mostra di nuova produzione, il prezioso lavoro realizzato a partire da quella decisione.
Ritorno a casa
E se un giorno tutto quello che nella nostra vita abbiamo sempre dato per scontato, e garantito, non ci fosse più?
Una mattina apparentemente come le altre ti svegli, ti prepari per la giornata, esci di casa e non sai che quando tornerai sarai una persona diversa. Ineluttabilmente cambiata nel corso di poche ore, anzi, in fin dei conti di pochi minuti. La diversità data dal fatto che adesso, al rientro, al puzzle che compone la tua vita sono stati sottratti dei pezzi che non si possono più recuperare.
Il libro di Mayumi Suzuki, The Restoration Will (ceiba editions, 2017), inizia instillando nel suo lettore un certo senso di familiarità e sicurezza: lo fa attraverso una serie di fotografie di famiglia, istantanee che ritraggono insieme, sedute attorno a una tavola imbandita o sorridenti per strada, persone di diverse generazioni. Scatti in cui è riconoscibile il legame con un luogo caro, come la fotografia in cui una bambina dà le spalle all’occhio della macchina fotografica perché il suo sguardo è rivolto all’orizzonte, verso il porto della cittadina in cui con ogni probabilità vive: al di là di un verde promontorio si affaccia la vista del mare, un paesaggio rasserenante.
Ma all’improvviso qualcosa cambia, voltando pagina il colore delle immagini da album di famiglia lascia il posto a un cupo bianco e nero e l’azzurro del mare svanisce per diventare una grigia nebbia.
Le prime parole del libro ci introducono a quell’istante che ha cambiato tutto:
«mi ero preoccupata per il terremoto di magnitudo 5.9 che aveva colpito Miyagi e nel pomeriggio ho chiamato i miei genitori».
Squilla un telefono a quattrocento chilometri di distanza ma nessuno risponde. In poco tempo, la magnitudo di quel sisma sarebbe salita a nove, rendendolo il più potente mai misurato in Giappone. L’11 marzo 2011 un enorme cambiamento ha investito la vita di migliaia di giapponesi e tra di essi anche quella dell’artista Mayumi Suzuki. La sua città natale, Onagawa, viene devastata dal terribile tsunami che si genera in seguito al violento terremoto. Lei si trova lontana, a Tokyo dove vive la sua vita da adulta, e riesce a raggiungere i luoghi del disastro soltanto diversi giorni dopo.
Nel frattempo, nessuna traccia dei genitori.
La casa natale, la famiglia, quell’intricato reticolo di oggetti che rendono tangibile l’esistenza dei nostri ricordi e frenano il loro sbiadirsi nella corsa del tempo, non esistono più.
C’è un solo ritrovamento in questa vicenda di lutto e tragedia: la macchina fotografica del padre di Mayumi, fotografo professionista che portava avanti lo studio casalingo avviato dal nonno dell’autrice decenni prima. Miracolosamente ancora funzionante, l’apparecchio ottico diventa il tramite tra Mayumi e l’universo familiare appena perso.
Le prime fotografie realizzate con l’obiettivo da cui non si riesce più a togliere il sale del mare risultano scure e sfocate ed evocano il ricordo dei dispersi. Sono quelle immagini in bianco e nero che costituiscono la parte portante di The Restoration Will, il legame mentale con ciò che si è perso. In qualche modo Mayumi sente di poter trovare una connessione tra il presente e ciò che è divenuto troppo in fretta passato, tra i sopravvissuti e i defunti, tra sé e gli ultimi pensieri dei suoi genitori.
Inizia così un lungo periodo di fotografie tra i resti e le macerie, dove un approccio più documentario si unisce ad uno più evocativo: mentre la macchina fotografica del padre viene usata per creare immagini con cui “far parlare” chi non lo può più fare, si cerca disperatamente di rimettere insieme le fotografie di famiglia, quasi completamente sbiadite e gravemente compromesse dall’acqua. Le cicatrici su quelle immagini non più tanto familiari richiamano direttamente i danni visibili ovunque nelle vie della città di Onagawa e sembrano simili ai ricordi labili che piano piano iniziano a svanire dalla mente di chi è sopravvissuto.
Pagina dopo pagina, si inizia a creare un intreccio tra i paesaggi extra terreni delle fotografie in bianconero e le nuove geografie formatesi sulle immagini di famiglia recuperate dall’oblio della perdita.
The Restoration Will diventa così un tentativo di preservare la storia della famiglia e i ricordi personali dell’autrice: la ricostruzione di una narrazione e una memoria familiari. Con questo progetto, Mayumi Suzuki vuole recuperare il ricordo di chi è sparito all’improvviso a seguito di un disastro dalle proporzioni incalcolabili, vuole ridare vita a voci e volti scomparsi in maniera inspiegabile. Partendo dalla necessità di confrontarsi con la perdita personale, Mayumi riesce però a realizzare un lavoro che parla a un pubblico più ampio, universale.
Ricostruendo una nuova cartografia sentimentale che mescola luoghi, persone, sensazioni e persino suoni – quello del mare è costante lungo tutto il libro – The Restoration Will non è solo un lavoro realizzato per condividere la memoria di un evento traumatico, è qualcosa di più.
Con un approccio delicato, quasi sussurrato, come una melodia in cui non ci sono crescendi rimarcati e l’ascoltatore viene portato in punta di piedi dall’inizio alla fine, il libro diventa un modo per riflettere su quelle operazioni di “restauro mentale” messe in atto da chiunque abbia avuto esperienza di avvenimenti dolorosi nel corso della propria vita.
C’è un rimedio alla perdita?
E’ possibile assecondare il bisogno di ricostruire quanto è stato distrutto?
Il lavoro di Mayumi Suzuki non ci dà una risposta certa, ma ci fornisce sicuramente una chiave di lettura possibile, se non una speranza.
Un lavoro sulla morte che si trasforma in un inno alla vita, a chi è rimasto, trasformando la sua presenza fisica in altro. Perché seguendo la luce di una stella, o un bagliore tra le onde del mare di notte, si può sempre trovare la strada verso casa, ovunque essa sia.
Laura De Marco
MAYUMI SUZUKI
MAYUMI SUZUKI
THE RESTORATION WILL
09.03 – 03.05.2018
Inaugurazione mostra:
venerdì 09.03.2018 h. 19.
ingresso libero
Orari apertura mostra dal 12 marzo:
lunedì-venerdì, h. 15-19
ingresso libero
Spazio Labo’ | Centro di fotografia
Strada Maggiore 29, Bologna
Campanello Spazio Labo’ | cortile interno
info@spaziolabo.it | press@spaziolabo.it | 3283383634
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