Il linguaggio del book making
Il 20 ottobre 2017 inizierà il Master in Photo Book Making di Spazio Labo’, l’occasione perfetta per chi vuole concretizzare il proprio progetto fotografico in un libro. Ma cosa vuol dire esattamente “book making”? E “dummy”? A chi si rivolge questo Master? Lo abbiamo chiesto ai due docenti d’eccezione che condurranno il Master, Fiorenza Pinna e Salvatore Santoro.
Prima di tutto, le presentazioni. Chi sei?
Fiorenza Pinna: Da anni mi occupo di fotografia e progetti fotografici, con particolare attenzione al libro fotografico. Per 8 anni ho lavorato con 3/3, uno studio di progettazione dedicato alla fotografia, che ho fondato insieme a Chiara Capodici, insieme ci siamo concentrate sulla curatela di mostre e sulla realizzazione di libri. Con 3/3 è nato anche il progetto Little Big Press, dedicato completamente ai libri fotografici – una mappatura dell’editoria fotografica indipendente che è diventata anche un bookshop, una biblioteca itinerante e un modello di Masterclass. Ora lavoro come freelance per la realizzazione progetti fotografici, curo e disegno libri di fotografia, insegno in varie scuole, conduco workshop e Masterclass presso vari festival.
Salvatore Santoro: Beh, sono molte cose, soprattutto un fotografo. Diciamo che per restringere il campo al “book making”, ho realizzato due libri (Saluti da PINETAMARE, shortlisted per il Kassel Dummy Award 2012, e Verbrannte Erde, inserito nel 2016 nella Beinecke Rare Book & Manuscript Library dell’Università di Yale) e dalla loro realizzazione in poi non mi sono più allontanato dal mondo dell’editoria. Per case editrici come Skinnerboox mi occupo della “pre-produzione” vera e propria dei libri, la conversione in quadricromia e supporto prepress.
In cosa consisterà questo Master in Photo Book Making?
FP: In questo Master, grazie alla collaborazione con Salvatore, affronteremo il “book making” in varie fasi. Prima di tutto lavoreremo alla strutturazione e allo sviluppo di un progetto fotografico in corso, successivamente ci concentreremo sull’output da dare al progetto, in particolare sulle varie possibilità di costruzione di un libro fotografico. Per quanto riguarda il mio ruolo specifico nel Master, mi concentrerò soprattutto sulla strutturazione del linguaggio visivo, sulla narrazione e sulle tecniche di storytelling da utilizzare quando un progetto è concluso e sulla trasformazione del progetto stesso in un libro, tenendo presenti molti aspetti, anche materiali, come l’utilizzo di vari tipi di carta o le possibilità tecniche/logistiche legate alle produzione. Sarà un Master molto pratico e agli allievi verranno affidati esercizi da eseguire sia durante le lezioni che a casa; questo perché vogliamo fornire strumenti pratici per confrontarsi attivamente con i principali problemi che si manifestano nel processo di realizzazione di un libro fotografico. Questi esercizi sono anche vere e proprie strumenti di lavoro che non si esauriscono nel Master, ma diventano delle risorse pratiche da utilizzare anche in futuro nello sviluppo di progetti e libri.
SS: Fiorenza e io affiancheremo gli allievi in tutto il percorso che parte dall’idea di fare un libro alla sua realizzazione. Spesso ci si ritrova con un progetto concluso, magari centinaia di foto scattate e di fronte alla mole di lavoro e alla complessità che la realizzazione di un libro comporta, ci si scoraggia. Noi vogliamo prima di tutto insegnare un metodo, una “guida pratica” che possa coniugare l’idea progettuale iniziale con la sua sintesi editoriale, la “sequenza da sfogliare”. Si tratta di un Master molto operativo e lavoreremo con la finalità ben chiara di voler realizzare un libro; è un linguaggio molto specifico, che si differenzia da quello utilizzato per stampe singole o per l’allestimento di mostre. È un po’ come decidere di scrivere una poesia, una cronaca o un romanzo; chi decide di fare un libro fotografico deve conoscere il metodo, il linguaggio, le buone pratiche, l’impostazione e la realizzazione. Per questo capiremo come realizzare un “dummy”, il primo risultato concreto del lavoro orientato al “book making”. Prenderemo anche in esame i testi da inserire nel libro. Esistono necessità e soluzioni diverse; per esempio, a volte il testo introduttivo è fondamentale, in altri casi è controproducente.
A proposito, che cos’è un “dummy”?
FP: È quello che nel design o nell’architettura è chiamato “prototipo”, è un momento fondamentale nello sviluppo di un libro. Viene stampato in una o più copie il più possibile simili all’oggetto finale che si vuole realizzare; il dummy è fondamentale per presentarsi a concorsi oppure per proporre il proprio libro a un editore. Ogni allievo del Master si cimenterà nella creazione di varie maquette , passando per varie fasi, dalle semplici foto incollate in un quaderno alla stampa di un prototipo. Fondamentale sarà terminare il Master con un “oggetto” da presentare all’esterno, qualsiasi sia poi la strada che ogni partecipante deciderà di intraprendere.
SS: Un “dummy”, o “maquette”, è il prototipo di un libro; di solito ha una tiratura di qualche copia perché realizzato in modo artigianale, ma è fondamentale come oggetto da presentare a case editrici o a concorsi, come il Dummy Award di Kassel o il Book Dummy Award di Photo London.
A chi si rivolge il Master?
FP: Il Master si rivolge a chi ha un progetto fotografico avviato, in fase di conclusione o concluso e che vuole confrontarsi con una strutturazione profonda del linguaggio visivo, apprendendo tecniche di editing, sequencing e impaginazione. Tutto questo non tanto dal punto di vista delle tecniche grafiche, quanto delle peculiarità del libro fotografico e delle scelte da affrontare per creare un progetto di libro coerente a partire dal progetto fotografico. Ci teniamo a trasmettere ai partecipanti le specificità della grammatica del libro fotografico, in modo che conoscano le specificità e limiti del mezzo e possano confrontarsi con cognizione con tutte le figure che entrano in gioco quando si vuole realizzare un libro: grafici, designer, stampatori, editori… Solo in questo modo il passaggio dal progetto al libro può avvenire in maniera fluida e consapevole.
SS: Prima di tutto, alla base ci deve essere l’amore per i libri di fotografia! Chi partecipa deve avere poi un progetto ultimato oppure nell’ultima fase di realizzazione e la volontà di sviluppare una “forma” che l’hard disc, o il monitor, non ha. Insieme faremo convergere le intenzioni progettuali in un oggetto tangibile, che possa rispecchiare in forma editoriale l’idea originaria. Le foto non devono essere necessariamente proprie, possono appartenere anche a un archivio, ma chiara deve essere l’idea di realizzazione e di possibile utilizzo di questo materiale.
In cosa consistono le esperienze con Grafiche dell’Artiere e Skinnerboox che il Master propone?
FP: Saranno due momenti fondamentali per confrontarsi con due delle fasi principali nella vita del libro fotografico. Da una parte la produzione, il confronto con i tipografi, la prestampa, le tecniche di stampa, la fattibilità. Dall’altra, poter ragionare e confrontarsi con un editore è di grande importanza per comprendere le dinamiche del mercato editoriale.
SS: Grazie all’Artiere vedremo concretamente il processo di stampa, con tutti gli aspetti tecnici che comporta. Con Milo Montelli di Skinnerboox prenderemo in considerazione ciò che accade dopo la realizzazione del dummy, ovvero “cosa faccio adesso?”. Ci sono molte strade: partecipare a concorsi, autoprodursi un centinaio di copie, oppure rivolgersi a un editore. Milo ci fornirà la prospettiva editoriale.
Il Master in Photo Book Making di Spazio Labo’ con Fiorenza Pinna e Salvatore Santoro si terrà dal 20 ottobre 2017 al 15 aprile 2018.
100 ore totali | una giornata di studio presso Grafiche dell’Artiere + un incontro con Milo Montelli di Skinnerboox.
Iscrizioni aperte!
- Posted by Laura De Marco
- On 26 Settembre 2017
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